FAVINO E SORGO

In zootecnia vengono impiegate per l’alimentazione degli animali sia le leguminose che le graminacee.

Il favino o fava (Vicia Faba), originario dell’area mediterranea e medio-orientale, è una leguminosa azotofissatrice considerata coltura miglioratrice, di cui sono note tre varietà:

  • Vicia faba maior, che produce semi grossi e appiattiti, impiegati per l’alimentazione umana;
  • Vicia faba minor o favino, i cui semi neri, piccoli e rotondi sono utilizzati per la semina e per l’alimentazione degli animali da reddito;
  • Vicia faba equina o favetta, dai semi piatti e di media grandezza che vengono impiegati sia per l’alimentazione del bestiame che per quella umana.

È una pianta annuale a rapido sviluppo, che predilige terreni pesanti a PH subalcalino, il cui tempo di semina dipende, quindi, dalla zona di coltivazione. Infatti, questa pianta non tollera le gelate durante tutte le fasi di sviluppo, né temperature superiori ai 25°C durante la fase di fioritura.

In alimentazione, sia umana che degli animali da reddito, è considerata come una importante fonte proteica. In particolare il favino, maggiormente utilizzato in zootecnia come sostituto della soja, ha un tenore in proteine di oltre il 27% sulla sostanza secca e apporta una buona quantità di proteina solubile (15% circa) che va a stimolare la crescita del microbiota ruminale. Presenta, tuttavia, dei fattori anti-nutrizionali, poco tollerati soprattutto dai monogastrici,  come i tannini, lectine e glicosidi primidinici. Per la razione alimentare negli allevamenti, viene prediletta la granella anche se si trova anche in farina o può essere somministrato come foraggio.

Essendo una coltura non OGM, può essere utilizzata nella produzione biologica e, inoltre, alcuni tipi di favino non richiedono irrigazione.

Il principale produttore mondiale di fava è la Cina, che però non la esporta. Altri paesi produttori ed esportatori sono, invece, Australia, Regno Unito e Francia.

Il sorgo (Sorghum vulgare), originario dell’Etiopia, appartiene alle graminacee ed è uno dei cereali di maggiore importanza nell’economia agricola mondiale, occupando infatti il quinto posto. Molto simile nella forma al mais, si distingue da quest’ultimo grazie all’infiorescenza dal colore marroncino, nota come pennacchio o panicolo. Questa pianta ben si adatta ai vari tipi di suolo, ma è esigente durante la germinazione del seme dal punto di vista della temperatura, che non deve essere inferiore ai 14°C. Dopo la germinazione del seme, è una pianta estremamente resistente sia alle alte temperature che allo stress idrico. Infatti, grazie alle sue foglie, molto cutinizzate e con pochi e piccoli stomi, e alle sue radici fitte, profonde ed espanse, capaci di estrarre l’acqua anche quando fortemente ritenuta, viene detta “pianta-cammello” ed è considerata come una specie in grado di rispondere al cambiamento climatico. Il sorgo è caratterizzato infatti da stasi vegetativa, ovvero rallenta i processi vegetativi in condizioni di stress al contrario del mais che nelle stesse condizioni blocca completamente la crescita. Paragonandolo al mais, il sorgo ha un fabbisogno idrico inferiore del 50% e del 30% rispettivamente nella tipologia da granella e da insilato.

Circa la metà del sorgo prodotto nel mondo è destinato all’alimentazione umana soprattutto in zone del mondo dove vi è insicurezza alimentare. La restante parte è impiegata in zootecnia. Come tutte le graminacee, il sorgo è una fonte di amido (70% circa) ed è ricco in vitamine del gruppo B e di antiossidanti. Per essere commercializzabile, deve avere un basso contenuto in tannini, in quanto questi ultimi limitano la digeribilità della proteina.

Il sorgo è una coltura importantissima in quanto viene utilizzata anche per la produzione di bioetanolo, anche se questo aspetto ha ripercussioni sulle popolazioni che praticano agricoltura di sussistenza.

I principali paesi produttori di sorgo da granella sono Stati Uniti, India, Australia, Argentina, Brasile, Messico, Nigeria, Sudan, Etiopia. Per quanto riguarda invece il sorgo da foraggio, i produttori più importanti sono Argentina, Messico, Stati Uniti, Giappone, Yemen, Portogallo, Francia e Italia. È importante ricordare che maggiori superfici impiegate per la coltivazione del sorgo sia da granella che da foraggio sono quelle africane, dove però i rendimenti della coltura sono più bassi.

In conclusione, entrambe queste colture sono decisamente più sostenibili rispetto alle più diffuse soja e mais.

Fonti: Ruminantia, Agraria.org.

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