Il kaki o cachi (Diospyros kaki) è un albero da frutta, originario dell’Asia orientale, appartenente alla famiglia delle Ebenacee. Fu introdotto in Italia nel 1880 e i primi impianti specializzati nella sua coltivazione sorsero in Campania. Proprio nella zona Vesuviana ha avuto immediatamente un enorme successo, che continua ancora oggi, soprattutto con la varietà Kaki vaniglia (o vainiglia).

Il Kaki vaniglia è una pianta di medio vigore, particolarmente resistente alle basse temperature e ai parassiti, con stagionalità autunnale. Ha sia fiori maschili che femminili, infatti può essere usato come impollinatore. Il suo frutto ha forma leggermente appiattita e il tipico colore arancio. La polpa del frutto acerbo è ricca in tannini, ragion per cui i kaki vengono sottoposti, dopo la raccolta, ad un processo di ammezzimento o detannizzazione, ovvero vengono fatti maturare fino a quando non perdono la componente tanninica. La polpa matura è cremosa, di colore bronzo scuro o rossastra, succosa e ricca di semi. Raggiunta la maturazione la parte fibrosa genera delle macchie scure sulla buccia che ricordano una ragnatela, motivo per il quale i kaki vengono chiamati anche chiamati "ragnati".

I kaki sono frutti gustosi, molto dolci in quanto contengono un’elevata quantità di zuccheri, ma anche buone concentrazioni di potassio e vitamina C.  Il tipico colore aranciato è dovuto dalla presenza nei frutti di beta-carotene e criptoxantina. I kaki sono frutti energetici e quindi consigliati per bambini e sportivi, ma sono sconsigliati per i soggetti diabetici e per chi soffre di turbe digestive.

Il Kaki vaniglia napoletano viene ancora coltivato nei frutteti di tipo tradizionale soprattutto nelle zone dell’Agro Acerrano- Nolano, nell’Agro Sarnese- Nocerino e nella zona Vesuviana in generale. La Campania, insieme alla Romagna, è la principale regione italiana produttrice di kaki.

Il Kaki vaniglia napoletano è un PAT della Campania.

Fonti: Regione Campania, Image Line, Alimentipedia.
immagine: Google immagini

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