"Pelatella Casertana"
“Pelatella
casertana”
Vi proponiamo
una lettura su una razza suina
locale, in perfetto equilibrio con l’ecosistema, da cui si ottengono specialità
culinarie degne dei migliori chef stellati.
Il maiale
nero casertano è un animale rustico, di taglia relativamente contenuta, con mantello
grigio-ardesia e presenza di setole in ciuffi radi, da cui il nome “Pelatiell”.
È una razza
storicamente legata alla regione
Campania, specialmente alla provincia di Caserta dove, grazie alla sua
rusticità, si adattava benissimo ai contesti poveri e alla vita all`aperto. Esso dimostra inoltre una spiccata frugalità,
precocità e una notevole attitudine materna oltre ad un’indole docile, tutti
fattori che hanno contribuito a renderlo presente nella maggior parte dei
cortili della zona.
Le sue
origini nell’areale campano sono antichissime, risalgono addirittura all’epoca
romana, ed è probabile che il nostro maiale nero abbia discendenza asiatica,
considerando la somiglianza con il Meishan Pig.
Per i popoli
rurali della zona, da sempre l’allevamento di questa razza ha costituito fonte
di guadagno e sussistenza, grazie all’ottima resa al macello e alla
prelibatezza delle sue carni che si prestano perfettamente sia per la trasformazione che per il consumo
fresco.
La marezzatura gli conferisce
particolarmente gusto e, grazie ad una buona informazione, questa eccellenza
tutta meridionale sta tornando a fare capolino nelle cucine del sud Italia dopo
una fase di declino.
Negli ultimi
anni i trend legati al mercato della carne suinicola descrivono
una richiesta da parte del consumatore di una carne più magra, non in linea con
le qualità organolettiche del prodotto derivato dalla razza nostrana e ciò ha
avuto forti ripercussioni sul suo allevamento ma soprattutto sul suo stato
conservativo, determinando un forte decremento del numero di capi allevati, e
di conseguenza esistenti. Infatti, è solo grazie ad un consistente progetto di ripopolamento
e alla caparbietà di pochi allevatori che la razza si può dire preservata,
seppure ancora vulnerabile, in quanto essa risulta estinta genotipicamente
ma non fenotipicamente.
Mirando noi
alla conservazione di questo patrimonio del territorio, speriamo di aver
destato la vostra curiosità e stuzzicato il vostro appetito.
Alla prossima!