La Bufala Mediterranea Italiana

Animale rustico, resistente, intelligente e curioso appartiene alla popolazione “water buffalo” e in particolare al tipo “river”, discendente del bufalo asiatico Arni, che produce un latte più ricco in grassi e proteine rispetto a quello bovino. Rispetto a quest’ultimo, la bufala presenta anche un diverso numero di cromosomi (60 per il bovino, 50 per la BMI).

Inizialmente considerato animale a triplice attitudine (carne-latte-lavoro), è stata poi selezionato negli anni come animale da latte. La razza Bufala Mediterranea Italiana è stata riconosciuta dal Mipaaf nel 2000 proprio allo scopo di tutelare la selezione e l’isolamento di caratteri da latte.

Morfologicamente, il maschio è in genere più tozzo e con il tronco più largo e più alto, raggiungendo un peso di almeno 800 kg. Le femmine, più armoniose, pesano mediamente 650 kg. I vitelli alla nascita pesano tra i 30 e i 40 kg e presentano pelo folto.

La bufala presenta testa armonica, con sincipite a profilo convesso, molto accentuato nei maschi. Gli occhi sono grandi, neri, vivaci, mobili con sopracciglia e ciglia lunghe. La bocca è larga con mascelle forti, musello ampio, nero, con narici sviluppate e mobili. Le corna, di colore bruno, sono simmetriche, più lunghe nelle femmine e dirette lateralmente e all’indietro. Rispetto al bovino, la bufala non presenta giogaia ma ha una plica cutanea a livello del petto a forma di borsa, detta “punta di petto” più accentuata e carnosa negli animali anziani. La groppa è armonicamente sviluppata, tendente alla forma quadrata ed è lievemente inclinata verso il posteriore. L’addome è voluminoso, ma non cadente. Il mantello varia dal bruno chiaro al marrone bruciato quasi nero. I peli sono radi e lunghi, talora sono presenti peli bianchi in fronte e sulla parte terminale del fiocco della coda e balzane a uno o più arti. La pelle è di colore ardesia o grigio scuro che vira verso il rosso in corrispondenza delle pliche cutanee, specialmente nelle zona interna delle cosce e all’attaccatura della mammella; musello, contorno degli occhi, orecchie, ano, vulva, prepuzio, scroto e unghioni sono neri. La mammella è ben conformata, morbida, spugnosa, elastica, con pelle fine, untuosa e glabra, con vene mammarie ben visibili. I quarti sono regolari e armonicamente sviluppati. I capezzoli sono lunghi, ben distanziati, verticali.

La durata media della gravidanza è di circa 10 mesi (da 300 a 310 giorni), mentre la lattazione standard è di 270 giorni. Rispetto alla bovina, la bufala ha una carriera produttiva molto più lunga, raggiungendo e talvolta superando le 10 lattazioni.

L’allevamento della bufala, in passato estensivo, è oggi di tipo intensivo e in alcuni casi semi-estensivo. L’intensivizzazione dell’allevamento bufalino è una conseguenza del successo e dell’evoluzione della mozzarella, ma anche delle problematiche causate dalle malattie infettive che affliggono il settore da anni: tubercolosi e brucellosi. Negli ultimi anni, nelle aziende bufaline vengono ampiamente utilizzate anche le biotecnologie riproduttive, soprattutto le fecondazioni artificiali sia per il miglioramento morfo-funzionale degli animali, ma anche per la gestione del calendario dei parti.

Negli allevamenti da latte le bufale vengono munte, nella stragrande maggioranza dei casi, due volte al giorno e alimentate in base ai diversi stati fisiologici. A differenza della bovina da latte, la cui razione alimentare è abbastanza strandardizzata, nella bufala la formulazione delle razioni è variabile e dipende molto dalla disponibilità delle materia prime, dalla sensibilità degli animali e dalla capacità dell’alimentarista. La corretta formulazione della razione alimentare è importantissima anche per la performance riproduttiva dell’animale. Infatti, errori alimentari effettuati soprattutto nella fase di asciutta possono comportare un ritardo nella ripresa dell’attività ciclica ovarica, nonché problemi sul bilancio energetico nel post-partum.

Fondamentale è anche la gestione della rimonta, che deve essere considerata sempre come un investimento e mai come una spesa. Questa, viene scelta e selezionata in base a criteri di costante miglioramento genetico che mira alla longevità degli animali e non solo alla crescita delle produzioni, ma soprattutto alla qualità di queste ultime, fondamentale per ottenere una buona resa per la caseificazione.

La bufala produce mediamente 9 litri di latte al giorno, che è bianco opaco e dolce, con percentuali di grasso dell’8% circa e di proteine del 4,7% circa, di conseguenza la resa casearia del latte di bufala è nettamente superiore a quella del latte vaccino.

Oltre alla produzione di latte, la bufala ci offre anche una carne di elevato valore nutraceutico, purtroppo ancora poco valorizzata e ottenuta dai soggetti maschi eccedenti la rimonta. (https://www.oltrelabufala.it/produzioni.php?categoria=carni&page=3)

Grazie all’indiscusso successo nel mondo della Mozzarella di Bufala Campana DOP(https://www.oltrelabufala.it/zootecnia.php?categoria=formaggi&page=3), ad oggi, l’Italia vanta il 95% del patrimonio bufalino europeo, distribuito prevalentemente in Campania dove si concentrano oltre il 75% dei capi allevati soprattutto, in ordine di capi, nelle province di Caserta e di Salerno.

La Bufala Mediterranea Italiana ha due associazioni di categoria: ANASB (Associazione Nazionale Allevatori Specie Bufalina) e RIS Bufala (Ricerca, Innovazione e Selezione per la Bufala) che detengono il Libro Genealogico.

 

Fonti: Ruminantia, ANASB, RIS Bufala