La filiera del latte in Europa.
L’addomesticamento dei bovini ha
origini antichissime, risale infatti a circa 10.000 anni orsono e perciò anche
il legame tra l’uomo e questo animale ha radici profonde nelle diverse civiltà.
Per questa ragione esso è in ambito zootecnico, tra le tre specie più allevate
al mondo, insieme a ovini e caprini. Nel corso dei secoli, i bovini hanno avuto
grande importanza nell’economia dei popoli, avendo spiccata attitudine sia al
lavoro che alle produzioni; grazie alla selezione e al miglioramento genetico,
essi hanno assunto caratteristiche morfo-funzionali sempre più confacenti alle
esigenze dell’uomo e alla richiesta di mercato.
La filiera del latte vaccino
ricopre una fetta massiccia del comparto economico riservato alle produzioni
bovine e questo trova ampio riscontro soprattutto negli Stati della Comunità
Europea dove si concentra il 22% della produzione di latte a livello mondiale,
pari a 154.400 tonnellate (2020). Quello del latte è il secondo settore più
importante dell’agricoltura comunitaria, rappresentando più del 12% della
produzione agro-zootecnica.
Per quanto riguarda la trasformazione,
è diminuita negli ultimi anni la richiesta di alimenti lattiero-caseari, quali
burro e latte fermentato ma è aumentata quella di formaggi con un export sempre
più crescente specialmente negli USA.
Tutti gli Stati Comunitari contano
un numero importante di capi allevati che supera i 20 milioni in totale; a
detenere il primato la Germania e la Francia con quasi 4 milioni e 3 milioni e
mezzo rispettivamente.
Considerati i numeri, è facile
intuire il volume di produzione ed è altrettanto scontato evidenziare la
necessità di ricorrere alla modalità intensiva con sistemi di stabulazione che
mirano a garantire il benessere animale, prima condizione necessaria per
ottenere un prodotto di qualità.
Tra le razze più diffuse
nell’areale geo-politico considerato e con la maggiore attitudine lattifera
troviamo la Frisona, la Bruna e la Jersey.
Fonti: CLAL, Ruminantia.
Fonte Immagine: Eurostat