Brucellosi

La brucellosi bovina è una malattia infettiva contagiosa, che comporta negli animali aborto e turbe riproduttive. L’infezione è a decorso cronico, talvolta inapparente.

Il maggiore agente eziologico è Brucella abortus, un batterio Gram negativo particolarmente resistente in ambienti umidi, freddi e riparati dalla luce e sopravvive nella polvere e nel letame. Gli ospiti naturali di B. abortus sono bovini, bufali e camelidi e la malattia può essere diffusa a opera di specie domestiche e selvatiche (ovicaprini, cani, volpi, ecc). La malattia si diffonde prevalentemente tramite contaminazione dei pascoli da placente infette, ma sono infettanti anche il latte, le urine, lo sperma (trasmissione venerea) ed è possibile la trasmissione trans-placentare e tramite allattamento. In particolare, una placenta infetta contiene miliardi di brucelle. Il tempo di incubazione è variabile in base allo stato fisiologico dell’animale.

L’immunità protettiva è di tipo cellulo-mediata, per cui i vaccini efficaci contro la brucella sono quelli vivi attenuati. L’infezione stimola inoltre la produzione di anticorpi sierici, la cui ricerca viene utilizzata per i test diagnostici.

Il test diagnostico ufficiale utilizzato è la SAR (siero-agglutinazione rapida) il cui esito positivo deve essere confermato tramite FdC (fissazione del complemento). Per la ricerca di anticorpi nel latte di massa si utilizza, invece, il test ELISA.

La brucellosi è una zoonosi. L’uomo viene contagiato mediante ingestione di latte e derivati non trattati termicamente (specialmente formaggi freschi a pasta cruda). Infatti, in formaggi freschi prodotti da latte crudo è possibile isolare il batterio fino al settantesimo giorno dalla trasformazione. Per questa ragione è fondamentale trattare termicamente il latte a 55°C per un’ora, a 60°C per 10-15 minuti e a 72°C per 10 secondi, garantendo l’ inattivazione del batterio. A parte il consumo di questi prodotti, può essere fonte di contagio anche il contatto diretto soprattutto per quanto riguarda le categorie professionali esposte come allevatori, tecnici, veterinari, macellatori. La malattia, nell’uomo, si manifesta con febbre ondulante, aborto, orchiti e sterilità.

In Italia e in altri Paesi europei non è ammessa la vaccinazione per gli animali contro la brucellosi, a meno che questa non venga concessa in deroga dalle autorità sanitarie nazionali e comunitarie, in quanto è in corso l’eradicazione della malattia. (salute.gov.it)