Il “re” dei prosciutti
Il prosciutto di Parma è un salume
tipico italiano e più precisamente della regione adriatica Emilia
Romagna, dove è situato l’areale di produzione che coincide con la
provincia da cui deriva il nome del prodotto, i cui unici ingredienti ammessi
sono carne suina e sale; da qui il suo successo mondiale.
Questo prosciutto era famoso già
in epoca romana quando Parma era parte della Gallia Cisalpina; la sua fama è
andata via via consolidandosi fino al 1963 quando gli stessi produttori ne
hanno costituito il Consorzio che, da allora, vigila sulla lavorazione e sulla
scelta della materia prima. Un’ ulteriore prova di eccellenza è stata garantita
dalla Comunità Europea che ha conferito nel 1996 al prosciutto di Parma il
marchio DOP; da esso la necessità di un disciplinare di produzione e di un
segno di riconoscimento, rappresentato da una corona, su tutte le cosce
conformi agli standard.
I suini allevati per la produzione
del prosciutto sono necessariamente di razza estera perché, come è risaputo, le
razze autoctone di mole notevolmente inferiore poco si prestano alla
trasformazione da salumificio essendo più indicate per il consumo fresco.
Per cui gli animali allevati sono
di razza Landrace, Large White e derivati dal Duroc purché migliorati secondo i
criteri vigenti.
Le tecniche di allevamento sono
finalizzate ad ottenere un suino pesante, obiettivo che deve essere perseguito
assicurando moderati accrescimenti giornalieri; a tal fine l'alimentazione
dovrà essere razionata, preferibilmente sotto forma liquida o di pastone e, per
tradizione, con siero di latte; la sostanza secca invece non deve essere
inferiore al 55%.
Questo salume non prevede alcun
conservante ed è perciò considerato salubre e genuino, è infatti un prodotto ad
alto valore nutrizionale: pochi grassi, molti sali minerali e vitamine, e
proteine facilmente digeribili.
Per le sue caratteristiche
nutrizionali è particolarmente indicato per i bambini, gli sportivi e gli
anziani grazie al contenuto di proteine di ottima qualità e alla naturale
proteolisi che avviene durante la stagionatura. Gli sportivi possono inoltre
contare sull’azione detossificante e anti-fatica degli
aminoacidi ramificati – valina, leucina e isoleucina – che costituiscono più
del 20% della quota proteica totale e concorrono alla riparazione del danno
muscolare dovuto all’usura che il muscolo subisce durante l’allenamento. Anche
la componente lipidica è lodevole, grazie all’elevato contenuto di acidi grassi
insaturi (64,9%), quei grassi buoni che fanno bene alla salute, come l’acido
oleico (45,8%). Buoni anche i contenuti di vitamine, specialmente quelle del
gruppo B, di sali minerali come il ferro e di antiossidanti come la vitamina E e il selenio.
Grazie a tutte queste qualità, il
“re” dei prosciutti è un must delle cucine italiane e internazionali con un
mercato interno e estero che non conosce crisi.