Carne di equidi
L’allevamento di equidi in
Veneto ha radici salde e antiche. I puledri veneti del famoso “cavallo bianco”
erano già famosi presso gli antichi Greci, tanto che questa razza è stata celebrata e ricordata anche da Omero
nell’Iliade. Parallelamente all’allevamento e alla selezione genetica, si è
diffusa nella tradizione gastronomica locale il consumo di carne di
cavalli ed asini. Ad oggi, infatti, tra i PAT veneti (Prodotti
Agroalimentari Tradizionali) ci sono oltre 10 prodotti a base di carne di equidi,
sia freschi che trasformati.
La carne di cavallo si
distingue per la sua magrezza e per il sapore dolciastro. Povera in grassi e
ricca in proteine, vitamine e ferro, risulta essere tenera e digeribile.
Simile alla carne bufalina, ha un colore rosso vivo che tende a scurirsi proprio
per l’elevato contenuto in ferro. Proprio grazie all’elevata presenza di ferro
è considerata un alimento nobile e consigliata per le diete di bambini
in crescita, per le donne in gravidanza, per gli sportivi e gli anemici. Il
contenuto vitaminico consiste prevalentemente in vitamine del gruppo B
quali B1, B2, PP, B6 e B 12.
Storicamente legata alla cucina
veneta, nell’ultimo periodo sta tornando sulle tavole anche dei ristoranti la carne
di asino. Simile a quella equina e quindi facilmente digeribile, è
caratterizzata da elevata presenza di proteine (circa 20% in più
rispetto alla carne bovina), ridotto contenuto in grassi e abbondata
concentrazione di ferro, sali minerali e fosforo. Il mercato di queste
carni “di nicchia” è quindi in crescita.
In Veneto i prodotti più noti e
diffusi sono, tra gli altri, il cacciatore di asino e di cavallo, la coscia
affumicata di cavallo, il salame di asino, gli sfilacci di equino, la sopressa e la bresaola di cavallo. Si ricorda che, essendo
carni magre, i salumi di equidi vengono preparati con aggiunta di carne di
suino.