Superfood.

La globalizzazione ha fatto sì che molti alimenti, a noi sconosciuti fino a qualche decennio fa, cominciassero a fare capolino sugli scaffali dei market o sulle nostre tavole fino a diventare un must delle diete veggie o di quelle comunemente considerate “healthy”: ma cosa lo è davvero?

Tra i prodotti di importazione più in voga ce ne sono due, entrambi di origine vegetale e di provenienza sud americana: l’avocado e la quinoa, che grazie alle loro proprietà nutritive si sono guadagnati l’appellativo di “superfood”, ovvero alimenti ad alto contenuto proteico, ricchi di acidi grassi buoni, ritenuti quasi dei toccasana e perciò immancabili nei nostri carrelli.

Quest’incremento della domanda ha determinato non poche conseguenze, più o meno gravi, a discapito soprattutto dell’ambiente e del sistema economico dei popoli indigeni e ispanici in generale.

Infatti, l’aumento della richiesta di mercato si è tradotto in maggiori emissioni di gas serra dovute all’importazione e soprattutto ad un considerevole aumento del costo di tali alimenti, un tempo alla base delle diete più povere e diventati ora un vero e proprio lusso alimentare.

L’avocado (Persea Americana) è coltivato principalmente in Messico, dove è diffusa soprattutto la varietà Mendez, che è quella originale. E’ caratterizzato da un elevatissimo contenuto di grassi e per questa ragione non trova utilizzo nella cucina mediterranea, il cui pilastro fondamentale è l’olio di oliva.

Esso è un frutto molto calorico, ma questo apporto notevole è dovuto più alla componente lipidica che a quella glucidica, le proteine sono di basso valore biologico ma è abbondante il contenuto in fibre e sali minerali. In generale, il suo consumo può essere tranquillamente associato a quello della comune frutta secca nostrana ed è poco adatto alle diete per contrastare l’obesità.

Dell’avocado è molto utilizzato anche l’olio, sia in cucina per cui si estrae a freddo, sia per la cosmesi, caso in cui si ricorre ai solventi per l’estrazione.

Una curiosità riguarda l’etimologia del nome che originariamente era ahuacat, che significa testicolo, poiché questo frutto cresce in coppia sulla pianta.

 

La quinoa (Chenopodium Quinoa) è una pianta tipicamente peruviana, ma coltivata anche in Bolivia ed Ecuador, dove se ne consumano le foglie come ortaggi. Appartenente alla stessa famiglia di spinaci e barbabietole eppure con caratteristiche simili alle graminacee, con le quali ha in comune un consistente quantitativo di amido, tanto da essere considerata un “pseudo-cereale”. Comunemente invece di essa si mangiano i semi previa decorticazione, ed essendo assolutamente priva di glutine può essere consumata anche da celiaci.

Da un punto di vista nutrizionale, ha un alto contenuto proteico ma le proteine in questione non sono di alto valore biologico, vanta però un notevole livello di calcio, fosforo e ferro.

Così come l’avocado, è poco indicata in casi di obesità.