Sessaggio
In ambito
zootecnico e in particolare nel settore lattifero, l’animale maschio
tecnicamente non gode degli stessi privilegi di una femmina, per ovvie ragioni.
E’ vero che in passato molte sono state le pratiche scorrette, talvolta
crudeli, che ricordano la strage di Erode dei quadrupedi da stalla ma nel corso
degli anni, grazie a politiche che mirano al costante miglioramento del benessere animale questa brutalità è
stata finalmente eradicata dagli allevamenti perché perseguita dalla legge e
oggetto di attenzione.
Ma è
soprattutto la ricerca scientifica e
l’applicazione tecnica che ne è derivata ad aver fornito risultati sorprendenti,
innovativi e sostenibili. Infatti, tra le biotecnologie riproduttive di cui
abbiamo già parlato, si colloca anche il sessaggio, che può essere effettuato
sugli embrioni e sugli spermatozoi.
Nel primo
caso, il fattore discriminante sarebbe la presenza/assenza del cromosoma Y (maschile) e da ciò si potrebbero selezionare gli
embrioni di sesso desiderato: inutile sottolineare che in questo caso ci
sarebbe comunque una perdita!
Un discorso
più conveniente riguarda invece il sessaggio degli spermatozoi, idealmente con citofluorimetria.
Premesso che
il cromosoma Y (maschile) è più piccolo di quello X (femminile), a quest’ultimo
si lega un colorante fluorescente che al passaggio del raggio laser emetterà
una fluorescenza –appunto!- che sarà a sua volta letta
da un sensore. A questo punto X (femminile) sarà caricato positivamente e Y
(maschile) negativamente così, dopo il passaggio in un campo elettrico ad alto
voltaggio e la loro conseguente deviazione, andranno a confluire in provette
diverse.
Questa
tecnica, sebbene debba essere ulteriormente implementata, risulta
particolarmente vantaggiosa e pratica.