GreEnergy: la biomassa, una gran (e green) risorsa

La domanda di energia aumenta ogni anno ed è destinata a crescere entro il 2025; chiaramente la quantità attualmente disponibile di combustibili fossili non è sufficiente a soddisfare questo incremento e, qualora lo fosse, la transizione ecologica richiede di attingere a fonti più ecosostenibili per l’approvvigionamento energetico. In questo scenario globale, appare evidente la necessità di fronteggiare questa richiesta con lo sviluppo di nuove tecnologie, in particolare di quelle che mirano a mitigare l’impatto dei carburanti sull’ambiente.

Il goal in questo ambito è rappresentato indubbiamente dai biocarburanti, tra cui il bioetanolo. Il suo utilizzo rappresenta una realtà già consolidata negli Stati Uniti e in Brasile, dove viene prodotto a partire da amido di mais e canna da zucchero, rispettivamente.

In generale, i biocarburanti possono essere prodotti a partire da un processo di idrolisi enzimatica di diversi materiali lignocellulosici, come residui agricoli o forestali: questa metodica consente di isolare i polisaccaridi che fungeranno da input per la fermentazione.

I materiali lignocellulosici sono costituiti principalmente da cellulosa ed emicellulose, che rappresentano la componente polisaccaridica, e lignina che invece è un polimero aromatico. Questi formano una struttura così complessa da rendere necessario un pretrattamento affinché la matrice sia più permeabile agli enzimi e l’idrolisi avvenga con successo. Ad ogni modo, l'efficienza complessiva dipende dalla determinazione delle composizioni di tale materiale pertanto è necessario eseguire la caratterizzazione della biomassa per comprenderne la composizione di base e come la sua struttura fondamentale può essere modificata durante il pretrattamento per ottimizzare il rilascio di zuccheri indispensabili per la fermentazione.

A cura di Ester De Martino