Tecnologie in Ovo
Nell’ultimo decennio la produzione avicola è stata interessata da un notevole incremento, di gran lunga maggiore rispetto a quello registrato nel settore bovino, ovino e suino. Parallelamente, in avicoltura anche l’innovazione tecnologica ha raggiunto interessanti risultati che vanno dalla vaccinazione al sessaggio direttamente in ovo.
I primi vaccini in ovo furono sperimentati negli anni ’80 del secolo scorso, per immunizzare i pulcini contro la malattia di Marek. Questa tecnica, sebbene ormai consolidata, può avere esito diverso a seconda di alcuni fattori che ne possono inficiare l’efficacia; tra essi sicuramente il luogo e il tempo di iniezione. Infatti, è stato dimostrato, che la somministrazione a livello della camera d’aria risulta del tutto inefficace mentre, se effettuata a livello del sacco amniotico, la protezione raggiunge il 95% circa; lo stesso discorso vale per il momento in cui effettuare il vaccino: il periodo tra il 17° e il 19° giorno di incubazione è quello ottimale ai fini dell’immunizzazione.
Altrettanto interessante è la nutrizione in ovo che consente di somministrare vitamine e nutrienti al fine di migliorare il sistema immunitario e facilitare la crescita del pulcino.
Il traguardo più importante però è da individuare nel sessaggio in ovo che risponde ad un grande problema di natura etica che macchia il settore avicolo. In effetti, negli allevamenti di ovaiole poiché gli esemplari maschi non hanno un futuro commerciale ed economico, sono destinati alla macellazione nelle prime 24/48 ore di vita ma, grazie alle tecnologie messe in atto per il sessaggio dell’embrione, è possibile ridurre notevolmente il numero di animali destinati all’ infausto destino. Queste metodiche innovative sono molteplici e prevedono approcci biologici, chimico-fisici e di ingegneria genetica che consentono di individuare il sesso dell’embrione e allontanarne le uova dall’incubatrice. L’adeguatezza di ciascuno di essi è ovviamente dipendente da fattori quali velocità e precisione del metodo applicato per la determinazione del sesso, quest’ultima fondamentale anche e soprattutto per ragioni etiche poiché è stato dimostrato che fino a 7 giorni l’embrione non è in grado di sentire dolore. Dal 2021 numerosi Stati europei hanno mosso i primi passi verso un avicoltura più sostenibile e, dal 2022, Francia e Germania hanno vietato questa pratica consentendo un anno agli allevatori per rinnovare la strumentazione e stanziando dei fondi per far sì che tale modernizzazione fosse possibile. L’ Italia ne ha seguito l’esempio -seppur in ritardo! – e dal 2026 dovrebbe adeguarsi a questi standard.
A cura di Ester De Martino