LATTE BUFALINO E DESTAGIONALIZZAZIONE

La bufala è una specie stagionale a fotoperiodo negativo, ovvero tende ad intensificare la sua attività riproduttiva e risulta più fertile al diminuire delle ore di luce durante la giornata e, in generale, quando le ore di buio prevalgono su quelle di luce. Questa caratteristica ancestrale della specie bufalina è strettamente influenzata dall’origine geografica del water buffalo (Valle dell’Indo) e si traduce in una maggiore fertilità nel periodo settembre-gennaio e, considerando che la gestazione della bufala è di circa 10 mesi, in una forte concentrazione dei parti da luglio a novembre. Ciò è vantaggioso per la sopravvivenza della prole bufalina nella sua culla d’origine, ma per le nostre esigenze di mercato è estremamente svantaggioso dal punto di vista economico dato che, come noto, la domanda di mozzarella tende ad aumentare, in generale, nel periodo estivo e durante le festività natalizie e pasquali. Ricordiamo che oltre la quantità di latte prodotto, bisogna prestare massima attenzione alla qualità e alla componente in grassi e proteine, indispensabile per l’ottenimento di una buona resa casearia e che la mozzarella è un formaggio fresco con una shelf-life breve.

La destagionalizzazione permette di avere un calendario dei parti che sia in sincronia con la domanda di mercato della mozzarella. Questa tecnica, ormai largamente utilizzata da anni, consiste molto semplicemente nell’interruzione della promiscuità sessuale nelle mandrie in lattazione. Pertanto, i tori vengono separati dalle bufale verso settembre- ottobre e reinseriti a febbraio-marzo. Per le aziende che si accingono ad effettuare per la prima volta la destagionalizzazione, è consigliabile effettuarla in maniera “soft”, ovvero graduale e quindi iniziando a togliere i tori verso fine ottobre per poi arrivare, con gli anni, ad interrompere la promiscuità a settembre. Questo perché la bufala può risentirne in termini di fertilità e quindi di longevità produttiva. Inoltre si consiglia di effettuarla su mandrie giovani, che meno risentono del fotoperiodo. Infine, sarebbe opportuno utilizzare costantemente la tecnica della destagionalizzazione per evitare che, in pochi anni, il calendario dei parti subisca gli effetti del fotoperiodo negativo.

 

Articolo di : Marica Raimondo