SPECIE ALIENE: ESEMPI IN ITALIA

Le specie aliene, dette anche alloctone o esotiche, sono specie animali o vegetali spostate dall’uomo o da attività antropiche in un luogo diverso dal loro areale naturale. Alcune di queste specie sono ritenute invasive (IAS: Invasive Alien Species) poiché, avendo grande capacità di adattamento, si riproducono rapidamente, entrando in competizione con le specie autoctone. Insieme alla frammentazione degli habitat, causano perdite alla biodiversità, danni economici e sanitari. Si stima che in Europa siano presenti 12000 specie esotiche, delle quali circa il 15% è ritenuto invasivo.

Il granchio reale blu è oggetto di preoccupazioni e dibattiti negli ultimi tempi qui in Italia, ma questo crostaceo decapode non è il primo esempio di specie aliena invasiva nelle acque italiane. Infatti, prima di lui, ha destato e desta tuttora allerta il gambero rosso della Louisiana o gambero killer.

Il gambero rosso della Louisiana (Procambarus clarkii), originario del Nord America, è un crostaceo d’acqua dolce di piccole dimensioni dal carapace rossastro-arancione. Le femmine, che raggiungono la maturità sessuale intorno al primo anno di vita, producono fino a 600 uova per volta. Questa specie aliena invasiva è in grado di adattarsi a condizioni climatiche estreme, essendo caratterizzata da flessibilità ecologica e comportamentale che le consente, ad esempio, di superare il problema della stagionalità dei corpi d’acqua, di vivere in qualsiasi tipo di ambiente ad acqua dolce ma anche in acque salmastre e laddove si presentino condizioni di eutrofizzazione, scarsa presenza di ossigeno e siccità.

Il gambero killer è stato introdotto in altre zone degli Stati Uniti, nell’America centrale e meridionale, ma anche in Africa, Cina, Giappone, Filippine. In Europa questa specie è presente in diversi paesi da anni e in Italia, nello specifico, è introdotta a partire dal 1989. L’introduzione del gambero rosso della Louisiana in Italia è dovuta prevalentemente al suo impiego in acquacoltura proprio grazie alle sue caratteristiche, precedentemente elencate. Questa specie, allevata per la ristorazione e come animale da acquario, da esca o per il controllo biologico di alghe e molluschi, è diventata quindi invasiva proprio in conseguenza ai rilasci intenzionali o per via delle fughe dalla cattività. Il gambero rosso della Louisiana può, inoltre, diffondersi in maniera autonoma, spostandosi anche sul terreno o attraverso altri vettori naturali.

Per quanto riguarda l’impatto sulle altre specie, il gambero killer può competere con successo per lo sfruttamento delle risorse con gli altri gamberi di fiume autoctoni e può esercitare pressione predatoria su anfibi e altri invertebrati. Inoltre questa specie è vettore di Aphanomyces astaci, l’agente eziologico della peste del gambero. La sua presenza, pertanto, contribuisce al degrado della qualità delle zone umide e alla riduzione della biodiversità. Per quanto concerne, invece, l’impatto economico i danni maggiori causati da questa specie sono dovuti alla sua attività di scavo. Questa specie, infatti, in condizioni di siccità è in grado di scavare buche fino a 2mt per ripararsi, provocando danni a canali di drenaggio o alle risaie. Questa specie può peraltro contribuire alla diffusione di malattie infettive, alcune delle quali pericolose anche per l’uomo, come la tularemia. La sua gestione è molto complicata e l’eradicazione molto difficile da attuare. Si consiglia quindi un approccio integrato (controllo numerico, biocidi, predatori naturali) e la prevenzione.

Il granchio reale blu o granchio blu dell’Atlantico (Callinectes sapidus) è un granchio nuotatore dalle grandi dimensioni, originario dell’Atlantico Occidentale e del Messico. Le chele sono blu nei maschi e rosso nelle femmine, il corpo è verdastro superiormente e bianco-azzurro a livello del ventre. Le femmine possono deporre 2-8 milioni di uova per covata. È una specie onnivora e aggressiva presente nel Mediterraneo da anni, ma che sta aumentando in maniera esponenziale nell’ultimo periodo in quanto non ha predatori nei nostri mari. La sua introduzione in Italia è stata dovuta, molto probabilmente, dalle acque di zavorra delle navi. Lungo le coste del Mediterraneo e dell’Adriatico, questa specie viene avvistata in ambienti di transizione ovvero in zone dove acqua dolce e salata si incontrano.

Come le altre specie invasive, il granchio blu ben si adatta a diverse condizioni ambientali ed esercita attività predatoria su specie bentoniche o pelagiche autoctone e su specie ittiche allevate, soprattutto su telline, vongole, ostriche e cozze poiché con le sue potenti chele riesce a rompere le reti, arrecando danni sia all’acquacoltura che alle attrezzature da pesca. Non avendo predatori che possano contrastarlo, il metodo più efficace per contrastarne la proliferazione incontrollata e i danni ai nostri ecosistemi marini, è la pesca. Le sue carni sono infatti commestibili e molto pregiate.

Fonti: izs.it

           Geopop.it

           Mvpa-unina.org

           Mase.gov.it

           Specieinvasive.it