Co-products in alimentazione zootecnica.
Come già accennato nei post precedenti, i criteri dell’economia circolare trovano larga applicazione in ambito zootecnico attraverso diversi aspetti della gestione e in particolare per ciò che concerne l’alimentazione. E’ in questo settore infatti che è ormai ampiamente diffuso l’uso di sottoprodotti, meglio noti come “co-products”, ovvero tutte le componenti residue di processi di trasformazione, nel caso specifico di prodotti agro-alimentari, che trovano nuovo impiego come alimento per gli animali di interesse zootecnico.
Tra essi vi sono:
- residui della molitura;
- residui di zuccherifici;
- sansa di olive, pastazzo di agrumi, buccette di pomodoro, trebbie di birra;
- farina di pesce; siero di latte;
- prodotti da estrazione di semi oleosi,
ma ciascuno di essi può essere più o meno indicato, a seconda delle diverse specie allevate.
Tra i prodotti che derivano dai processi di molitura più utilizzati in ambito zootecnico vi sono:
- crusca: si ottiene per frantumazione ed è particolarmente gradito dai bovini di tutte le categorie, mentre il suo utilizzo è limitato sia nell’allevamento suinicolo che avicolo;
- tritello: costituito da scaglie di crusca, frammenti di germe e farina, abbastanza diffuso nell’allevamento bovino ma meno in quello suinicolo e avicolo;
- farinaccio e farinetta: granulometria variabile, particolarmente indicati per lo svezzamento bovino ma diffuso anche in suinicoltura e avicoltura;
- germe: ottimo concentrato proteico utilizzato nella razione dei ruminanti di tutte le categorie e in misura ridotta anche nei suini.
Dall'industria dello zuccherificio derivano:
- foglie e colletti di barbabietola utilizzati spesso come foraggio;
- polpe di barbabietole, melasso e borlande: molto utilizzate per l’allevamento dei bovini, soprattutto in fase di ingrasso, meno invece in suinicoltura.
La sansa di olive, il pastazzo di agrumi, le buccette di pomodoro e le trebbie di birra costituiscono un’ottima fonte di nutrienti per i bovini, meno diffusi sono invece i prodotti di origine animale come siero di latte e farina di pesce che risultano molto più utili per l’alimentazione dei monogastrici.
Per quanto riguarda i processi di estrazione dai semi oleosi quali soia, girasole, colza, lino, i prodotti che ne derivano destinati all’alimentazione zootecnica si classificano in panelli, expeller e farine di estrazione. Tra questi, quello più diffuso in assoluto è senz’altro la farina di estrazione di soia che rappresenta la fonte proteica di origine vegetale maggiormente utilizzata per l’alimentazione di numerose specie.