ECONOMIA LINEARE VS ECONOMIA CIRCOLARE

Nel contesto odierno è sempre più evidente che l’attuale economia, detta economia lineare, è insostenibile ed inefficace in quanto si basa su uno estremo sfruttamento delle risorse naturali del pianeta che sono limitate. Infatti l’economia attuale è un sistema produttivo aperto, lineare, che si fonda su 5 step:

  1. Estrazione (es. di minerali)
  2. Produzione (trasformazione della risorsa estratta)
  3. Distribuzione (immissione del prodotto sul mercato)
  4. Consumo
  5. Smaltimento rifiuti.

L’economia lineare, nella quale ad ogni input corrisponde un output, genera tante perdite o sprechi lungo tutta la filiera produttiva e la sua inadeguatezza al mondo attuale si manifesta soprattutto nel processo di smaltimento dei rifiuti. Infatti, anche se si attua il riciclo, questo sistema economico resta sempre aperto, risultando quindi impattante sull’ambiente, sulla società e sull’economia stessa, rendendosi responsabile, tra l’altro, dei fenomeni del food waste e del food losses.

All’economia lineare si contrappone, con crescente forza, l’economia circolare.

Il concetto di economia circolare, che prevede un sistema produttivo chiuso, ha le sue radici nell’industria ecologica e in particolare in una teoria sviluppata negli anni ’70. In linea con l’obiettivo di neutralità climatica entro il 2050 (Green Deal), l’Unione Europea sta mettendo in atto delle misure volte ad accelerare quella che viene definita “transizione” verso l’economia circolare.

In questo sistema economico viene eliminato il concetto di rifiuto in quanto ogni output di un processo produttivo diventa un input per un ulteriore produzione. Non ci sono, quindi, sprechi e il consumatore diventa attivo nella filiera produttiva. L’economia circolare si basa sull’approccio del “cradle to cradle” (dalla culla alla culla) che si contrappone al “cradle to grave” (dalla culla alla tomba) dell’economia lineare. Il quadro teorico dell’economia circolare è fondato sulla teoria delle 4R: ridurre, riusare, riciclare e recuperare. Abbiamo, inoltre, una ulteriore differenza con l’economia lineare ovvero la contrapposizione dell’eco- efficacia a quella della eco-efficienza. Quest’ultima, tipica dell’economia lineare, mira a ridurre l’impatto ambientale mentre l’eco-efficacia rende positivo l’intervento umano sull’ambiente ed è tipica dell’economia circolare.

Ma come fanno gli output di un processo produttivo a diventare input per un altro prodotto?

Secondo l’approccio “cradle to cradle” troviamo ogni giorno davanti a noi due tipi di prodotti:

  • Consumption products: prodotti biodegradabili detti “nutrienti biologici”, che se non consumati possono tornare nell’ambiente.
  • Service products: prodotti non biodegradabili detti “nutrienti tecnici”, che entrano in una sorta di “metabolismo tecnico” per essere recuperati e riusati. (es. automobili, cellulari)

L’economia circolare trova facile applicazione nel settore agro-alimentare in quanto la maggior parte dei prodotti in questo ambito sono biodegradabili. Inoltre l’obiettivo dell’economia circolare in ambito agro-alimentare è quello di evitare lo spreco e di estrarre il massimo valore dai prodotti alimentari usando, ad esempio, residui di food o sottoprodotti per creare “feed” o per generare nutrienti per il suolo.

Articoli di : Marica Raimondo