I QUATTRO STOMACI DEI RUMINANTI
I ruminanti sono animali erbivori caratterizzati dall’avere uno stomaco concamerato, ovvero suddiviso in quattro cavità ben specializzate, di cui tre prestomaci e uno stomaco ghiandolare.
Il rumine, da cui deriva il termine “ruminanti”, è il primo dei premostaci, è il più grande, ha una temperatura fisiologica di circa 39°C, un pH costante (pH 6,5) e va a costituire un ambiente anossico e quindi privo di ossigeno. Svolge la funzione di stoccaggio, demolizione e trasformazione quanti- qualitativa degli alimenti. Il rumine, grazie alle caratteristiche appena descritte, ospita una moltitudine di microrganismi (batteri cellulosolitici, amilolitici, archeobatteri metanogeni, protozoi e muffe) che vanno a costituire il microbiota dei ruminanti. La simbiosi tra questi ultimi e il loro microbiota fa sì che questi erbivori siano gli unici mammiferi in grado di trarre nutrimento dalla cellulosa. Infatti, l’alimento ingerito dai ruminanti subisce fermentazione ad opera del microbiota, il cui prodotto finale è rappresentato dagli acidi grassi volatili (acetico, propionico e butirrico) che danno energia all’animale, sono indispensabili per la formazione del latte, per il metabolismo stesso dei ruminanti e raggiungono la circolazione tramite la mucosa ruminale.
Il reticolo è il più piccolo dei prestomaci ed è così chiamato in quanto la sua parete presenta delle celle esagonali che formano una rete. Grazie proprio a questa sorta di rete, il reticolo filtra e seleziona il materiale che prosegue verso l’ultimo dei premostaci e quello che, invece, viene trattenuto e rimandato al rumine per essere rimasticato (masticazione mericica).
L’omaso, detto anche centopelli o libro, è l’ultimo dei prestomaci ed è costituito da numerose lamine molto vicine fra loro. Ha funzione di filtro o pompa tra rumine e stomaco ghiandolare. L’omaso assorbe grandi quantità di acqua e in questa sede vengono recuperati e assorbiti anche gli acidi grassi volatili “sfuggiti” al rumine.
L’abomaso è lo stomaco “vero”, ghiandolare dei ruminanti. Costituisce la sede in cui hanno luogo le secrezioni ghiandolari tipiche della digestione dei monogastrici, che preparano il materiale ingerito e sottoposto all’azione dei prestomaci all’azione dell’intestino.
La ruminazione è un adattamento evolutivo che ha consentito a questi animali (bovini, bufali, ovini, caprini, ecc), da sempre sottoposti a forte pressione predatoria, di riuscire a nutrirsi velocemente e a sopravvivere in zone pericolose per la propria esistenza.
È importante accennare che alla nascita e fino allo svezzamento, i ruminanti sono considerati “monogastrici funzionali” hanno quindi un abomaso ben sviluppato e i prestomaci molto piccoli. Grazie alla doccia esofagea, il latte ingerito giunge direttamente in abomaso per essere assimilato.
Il funzionamento del rumine viene ancora oggi studiato e ciò che accade al suo interno è simulato dall’uomo al fine di trarre energia da diversi substrati, ricreando le condizioni ambientali caratteristiche del rumine stesso, come nel caso del biogas.
Fonti: alimentazione della vacca da latte
ruminantia