Bovidi e zootecnia.

La famiglia dei bovidi è una delle più diffuse a livello globale. Oltre la bufala, di cui abbiamo abbondantemente parlato, e il bovino che rappresenta uno degli animali da reddito più allevati in assoluto, vi sono numerose altre specie di interesse zootecnico e faunistico venatorio, tra cui il bisonte e lo yak.

Il bisonte americano, erroneamente chiamato “buffalo”, presenta una gobba molto pronunciata e la parte anteriore del corpo più sviluppata rispetto a quella posteriore; la testa è grossa e tondeggiante ed è avvolta da una fitta peluria scura mentre più chiara è quella che avvolge la parte anteriore del corpo; i quarti posteriori sono quasi glabri e le corna corte sono ripiegate verso l'alto.  
Negli ultimi decenni l’allevamento di questo bovide ha subito un notevole aumento, sia negli Stati Uniti che in Europa (in particolare in Francia, Svizzera e Germania) grazie all’ottima qualità della sua carne e della sua pelle, ma l’impiego che riscontra maggiore successo è l’incrocio con bovini per dar vita a prole ibrida, esemplari definiti “beefalo”, la cui finalità produttiva è costituita dalla carne, considerata una prelibatezza.

Purtroppo, nonostante gli sforzi di conservazione e la qualità dei prodotti che ne derivano, questo animale rischia l’estinzione proprio come il bisonte europeo, che vive ormai solo in cattività.

Un altro rappresentante della famiglia dei bovidi è lo yak; esso presenta corpo allungato ma muscoloso e potente, zampe corte e lungo vello bruno scuro che giunge fin quasi a terra; ha il capo piccolo e le corna sono ben distanziate, lunghe e ricurve, simili a quelle dei bovini domestici. La coda è lunga e ben ricoperta da lunghi peli.  Vengono allevati per la soma ma forniscono anche carne, latte e lana e i suoi escrementi, seccati al sole in forma di mattonella, sono utilizzati come combustibile.

Anche in questo caso è molto praticato l’incrocio con tori comuni per fini commerciali.

Fonti:

  • Agraria.org